House of the dead

Locandina

di Uwe Boll (2003)

Autori della recensione: Marchiño

Tutti i registi che vogliono cimentarsi con l'horror sembrano avere l'esigenza di confrontarsi col classico canovaccio dei ragazzi persi in un luogo ostile e circoscritto ed assediati dai morti viventi o da qualsiasi altro tipo di minaccia mostruosa. Perché dunque Uwe Boll non dovrebbe provarci? Ed ecco che il prode Uwe, che decisamente non aveva voglia di spremersi le meningi per concepire un soggetto che fosse minimamente originale, si appoggia ad un coin-up di successo e ci sforna questo House of the dead.
Peccato che il nostro avesse poca voglia anche di sbattersi per realizzare un film bello tosto, marcatamente splatter o marcatamente qualsiasi cosa. Lo dimostra il fatto che il film si apre con una soggettiva sul protagonista che, dopo aver presentato brevemente i suoi compagni di disavventura, si prende premura di informarci che lui è l'unico sopravvissuto, rendendo di fatto inutile la prosecuzione della visione. Che ovviamente abbiamo portato a compimento egualmente.
Cinque ragazzi raggiungono un'isola sede del rave del secolo pagando profumatamente un losco marinaio ed il suo mozzo (il sempre simpatico Clint Howard) per il passaggio. Peccato che l'isola sia chiamata "L'isla de la muerte" e che il rave sia già finito da un pezzo perché i partecipanti sono quasi tutti morti: manco a dirlo i cadaveri si aggirano sull'isola arzilli ed assetati di sangue. L'inevitabile lotta per la sopravvivenza determinerà la classica gara ad eliminazione al termine della quale sopravvive più o meno una sola persona e viene neutralizzata la fonte del male, l'immancabile parascienziato pazzoide in grado di perpetuare la propria esistenza grazie ai suoi studi per modificare il sangue umano.
C'è poco altro da aggiungere. Boll opta spesso per non far vedere i morti viventi e concentra tutta l'azione in una sola megasparatoria nella quale tutti i personaggi decidono istantaneamente di diventare dei tiratori scelti e dei maestri del corpo a corpo. La scena diventa farsesca quando il regista decide di trattare i suoi attori come personaggi di un picchiaduro, dedicando ad ognuno di loro una bella inquadratura full-rotation ed un paio di minuti di assolo di combattimento, come se lo spettatore dovesse decidere chi scegliere per giocare. Ed a proposito di gioco, questo film passerà alla storia (seee...) per le schermate prese pari pari dal videogioco che lo ha ispirato, messe lì per sottolineare la morte di un personaggio o più generalmente come simpatico sipario fra una scena e la successiva.
Trascurabile.

Paese GER-CAN-USA
Attori principali Jonathan Cherry, Tyron Leitso, Clint Howard, Ona Grauer, Ellie Cornell
Genere Horror
A chi è consigliato Nemmeno agli amanti del videogioco
Se ti piace guarda anche Uno che gioca ad House of the dead, è sicuramente più divertente
Reperibilità Disponibile in DVD
Voto


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